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PRIAMARA vs BRIGA – BRIGA vs PRIAMARA

PRIAMARA vs BRIGA –  BRIGA vs PRIAMARA
Insieme oltre il sifone della Priamara

La storia inizia per caso, come spesso accade.

Un’escursione a fine novembre alla volta della Priamara, grotta dal nome altisonante (Grotta Superiore Sorgente Priamara) e di stretto accesso, guidati da Alessandro Vernassa, speleologo guida che unisce alla simpatia e alla perizia l’accanimento tipico degli accatastatori e dei topografi.

Priamara: “pria” (pietra) amara, forse per l’ingresso stretto: strettoia enfatizzata, a dir la verità: si passa benissimo, complice forse il dilavamento dell’acqua che in Liguria in questi ultimi anni ha colpito abbastanza.

Entriamo, non molti ma variegati, appartenenti a diversi gruppi speleo locali, con intento di fare il rilievo della cavità.

Scaviamo a mano un primo sifone, rendendolo praticabile, e ci dirigiamo verso il sifone principale, ostruito da una quantità di sabbia davvero eccessiva per le nostre forze. Nel 1989 e nel 1993 era stato disostruito, ma si è riempito nuovamente.

Un passaggio segreto immette in sale molto più grandi, con concrezioni di bellezza incredibile. Ancora un po’ di progressione, ed eccoci in meandri infami, con fango a volontà, avvolgente come una carezza e soffice come un abbraccio: è stato parte di noi a lungo. Rileviamo quasi tutta la parte prima del sifone, compresi i rami fossili. Nell’uscire, si scopre un ramo nuovo, di circa 50 metri: un buon motivo per tornare e finire il lavoro.

Torniamo e contempliamo il sifone principale: sabbia e sabbia: l’idea di evitare lo scavo tipo bobcat anima la ricerca di un nuovo ingresso, che deve esserci.

Ecco allora che partono nuove battute, in giorni e orari particolari, con compagine mista di gruppi diversi, tutti liguri e borbottanti: da un microscopico buco, in una zona che è stata battuta per decenni palmo a palmo, viene fuori a sorpresa una nuova grotta, la Briga.

La grotta sembra andare in direzione della Grotta Priamara, e questo la rende particolarmente interessante.

Scatta la collaborazione: Speleo Club Gianni Ribaldone, Gruppo Speleologico Martel, Gruppo Speleologico Ligure Issel, Gruppo Grotte Borgio Verezzi e speleologi apolidi si animano e scavano in ogni dove e in ogni quando: dal nulla, circa 300 m di grotta nell’avaro sottosuolo finalese.

La grotta della Briga cresce, si alza e si abbassa, sfoderando sacche di CO2 a go go: oltre 11.000 ppm: facendo la conversione in percentuale circa 1,1% di biossido di carbonio, un valore già sopra lo 0,5 che è il valore massimo di esposizione per 8 ore, ma inferiore a 1,5, valore massimo per abbandonare il luogo. Non si capisce il motivo: materiale in putrefazione, acque termali, inquinamento, mancanza di ventilazione nella grotta? Di sicuro, molti di noi avvertono i sintomi classici dell’esposizione: affaticamento eccessivo, mal di testa, confusione, malumore, come dicono gli esperti. È una bella grotta, con vele, concrezioni e aragoniti, pisoliti e fango, tanto fango: cresce piano piano e continuamente.

Entra in gioco fin da subito un altro grande, Alessandro Maifredi, con dantesca saggezza e perizia speleologica alle stelle: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza: forse è per quello che “come bruti” ci ostiniamo a farci delle piste di polvere (marrone, purtroppo) in entrata e in uscita, aerosol di CO2 gratis, anche perché – se ci pagasse qualcuno – questo qualcuno, datore di lavoro, andrebbe dritto in galera senza passare dal via. In meno di un mese la Priamara e la Briga non avevano mai visto tanti speleo. Mai. È un buon segno e, se si gioca d’astuzia, forse ci scappa qualche giunzionella, o di qua o di là”.

Diamo retta all’”anziano”, e proseguiamo, insieme e con accanimento.

Ecco un’inaspettata R35, tanto larga che non si capisce come possa essersi aperta, nella nostra angusta bellissima Liguria. Risaliamo il risalibile, nonostante la roccia tipo sfogliatella con ripieno al fango, friabilissima ma resa meno morbida e più accessibile grazie ad esemplari di speleologi volanti. Saliamo e scendiamo, ma la giunzione non si trova, e neanche un’altra uscita, che consentirebbe l’abbassamento del livello di CO2. Ancora una strettoia, ancora un meandro. Ci siamo quasi, ma il quasi è sempre quasi.

Decidiamo per il Priamara Day. Sabato 30 gennaio, data memorabile, convergono a Verzi speleologi di ogni gruppo, a celebrare la Giornata nazionale della Priamara scavando con ogni mezzo lecito. Si predilige il riempimento con ghiaia di sacchi che vanno a formare muretti di contenimento. Dall’alto, un altro piccolo gruppo monitora e scava nelle vicine Terre Rosse, nella Briga, dove posiziona un rilevatore di CO2 per la settimana successiva, e in un’altra cavità priva di nome ma ricca di anidride carbonica, tanto quanto può ostare alla normale respirazione.

Nel 1989 erano state necessarie 14 uscite, nel 1992 un po’ meno: nel 2022 in una sola giornata si è oltre sifone, complici forse le passate alluvioni che hanno un po’ ripulito la zona. Grida di giubilo e la grotta torna a respirare. La situazione della CO2 è interessante: pre sifone 1200, oltre sifone 7000 ppm, non inquietante come alla Briga.

Monitoriamo ora Briga & Co: dovrebbe/dovrebbero mettersi a soffiare a breve se sono collegate: teniamo d’occhio il data logger.

Intanto nella Priamara, oltre il sifone che andrà allargato ancora, nascosti dietro una lama di roccia che nei giorni dopo si valica senza problemi, ci aspetta qualche chilometro di grotta da rilevare ed esplorare.

Oltre sifone, molto fango e molta acqua: c’è ancora il “doppino” telefonico che negli scorsi anni era stato steso per essere avvisati di eventuali piogge intense

 

Si succedono le battute, diurne e notturne, che cercano di completare il rilievo e l’armo delle risalite.

Da un buco in alto escono pezzi di legno e foglie: potrebbe essere un ulteriore ingresso (oltresifone, il che non sarebbe male).

Una prima risalita, che viene armata in modo avveniristico e poi completata.

Le corde in loco sono concrezionate, ma parzialmente utilizzabili. Il “ferro” va naturalmente sostituito integralmente.

Galleria del Porcopotamo e un laghetto intemperante danno il colpo di grazia al bagno di fango.

Poi arriva la risalita su corda, circa 40m, dove viene cambiato l’ancoraggio.

Giungiamo alla Cattedrale, circa 40m (30 + 10): qui una finestra, che si cerca di raggiungere con un traverso da professionisti, potrebbe portare alle Terre Rosse… vedremo!

Oltre la Cattedrale, si va avanti senza corde: bellissimo, tutto concrezionato e laminato, stretto e con il fondo allagato: prosegue a lungo e passiamo in alto, dove la galleria è di dimensioni maggiori.

Oltre la Cattedrale, la grande bellezza: forse Dostoevskij aveva in mente qualcosa di simile quando ne ha parlato. Concrezioni che lasciano senza fiato. Musica di acqua e arabeschi ovunque.

 

A parte, si rileva il ramo dei Nottambuli, fino a una strettoia (per chiamarla con il suo nome: un pentolone di acqua e fango in strettoia): bypass sopra il pentolone, a forza di batterie e cattive maniere: si arriva a un passaggio con direzione Terre Rosse, vari camini, un bivio e altri rami. Qui si è vicini alla Cattedrale, ma da dove si passa?

Ed ecco troviamo ancora un altro ramo concrezionatissimo, pieno di eccentriche e pisoliti che conduce a due pozzi, probabilmente collegati al ramo appena esplorato, e poi una serie di stretti cunicoli, e anche un passaggio discendente che supereremo nel tempo…

 

Il prossimo fine settimana saremo di nuovo lì: e non sarà l’ultimo.

La storia continua, insieme.

 

Marina Abisso

Speleo Club Gianni Ribaldone

Foto 1 Grotta Superiore Sorgente Priamara (foto Marina Abisso)

Foto 2 Grotta della Briga (foto Alessandro Vernassa)

Foto 3 Grotta Superiore Sorgente Priamara (foto Marina Abisso)

Foto 4 Grotta Superiore Sorgente Priamara (foto Marina Abisso)

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Documenti Ufficiali

Regolamento della sottosezione di Sestri Ponente

TITOLO I

*

COSTITUZIONE – SEDE – SCOPO SOCIALE

Articolo 1

In seno alla associazione denominata CLUB ALPINO ITALIANO, Sezione UNIONE LIGURE ESCURSIONISTI e sigla C.A.I. – U.L.E. GENOVA e quale parte integrante della stessa è stata costituita nell’anno 1946 la Sottosezione di Genova – Sestri Ponente.

Articolo 2

La Sottosezione dispone di una propria sede autonoma.

Articolo 3

Per promuovere, anche autonomamente, gli scopi istituzionali del CAI provvede alle seguenti iniziative anche in collaborazione con altri gruppi e/o associazioni:

  • organizza attività alpinistiche, escursionistiche, scialpinistiche, speleologiche, cicloescursionistiche, di alpinismo giovanile, turistiche, ecologiche, naturalistiche, scientifiche, artistiche e culturali, nonché manifestazioni ed iniziative di vario genere che abbiano attinenza con la montagna e l’ambiente naturale;

  • provvede, attraverso il volontariato dei soci e le risorse strumentali di cui dispone, alla manutenzione di sentieri e bivacchi del territorio di competenza;

  • cura l’aggiornamento del sito web istituzionale implementandone i contenuti con notizie, articoli, immagini e con il notiziario “CAI NOTIZIE”, contenente notizie, immagini ed il programma delle attività;

  • mantiene, gestisce ed aggiorna una biblioteca sottosezionale per incentivare ed incontrare gli interessi e le esigenze dei soci in merito a molteplici profili inerenti la montagna (libri di narrativa e fotografia, riviste e guide naturalistiche, turistiche, culturali e specifiche di montagna, ampia cartografia disponibile);

  • costituisce e rinnova una dotazione di materiale tecnico, che sarà a disposizione dei soci partecipanti alle attività sociali o anche, in alternativa, secondo le modalità stabilite dal Consiglio Direttivo.

TITOLO II

*

I SOCI

Articolo 4

I soci della Sottosezione sono soci del Club Alpino Italiano della Sezione U.L.E. e si dividono nelle categorie previste dallo Statuto e dalle circolari del CAI.

Articolo 5

I soci della Sottosezione sono tenuti a versare in segreteria la quota annuale, nell’importo che verrà approvato e stabilito per le diverse categorie riconosciute dall’Assemblea Generale dei Soci su proposta del Consiglio Direttivo della Sottosezione.

TITOLO III

*

ORGANI DELLA SOTTOSEZIONE

Articolo 6

Gli organi della Sottosezione sono:

– l’Assemblea Generale dei Soci;

  • il Consiglio Direttivo;

  • il Reggente;

  • i Revisori dei Conti.

Articolo 7

L’Assemblea Generale dei Soci può essere ordinaria o straordinaria.

L’Assemblea ordinaria è convocata dal Reggente ogni anno per l’esame e l’approvazione del rendiconto di gestione annuale e del bilancio preventivo e per la relazione del Reggente, eventualmente integrata da quelle di consiglieri e soci titolari di incarichi, sulle attività svolte e su quelle programmate.

L’Assemblea straordinaria può essere convocata in qualsiasi momento su iniziativa del Reggente o per gravi motivi, su richiesta di almeno quattro Consiglieri o di un decimo degli iscritti.

Per la validità dell’Assemblea, comunque convocata, è necessaria in prima convocazione la presenza di un numero di soci pari ai due terzi degli iscritti; in seconda convocazione, da tenersi almeno dopo ventiquattro ore dalla prima, l’Assemblea è valida con l’intervento di qualsiasi numero di soci. In apertura di Assemblea si deve provvedere alla nomina di un Presidente e di un Segretario.

L’Assemblea Generale, ogni due anni, elegge il Consiglio Direttivo mediante votazione a scrutinio segreto. Il Consiglio in carica può redigere, dandone ampia comunicazione, un elenco di soci che abbiano accettato di candidarsi, ma possono essere votati ed eletti tutti i soci che abbiano raggiunto, al momento dell’elezione, la maggiore età con almeno un anno di anzianità di iscrizione.

Le operazioni di votazione, aperte a tutti i soci in regola con l’iscrizione, si svolgono, a partire dalla settimana precedente l’Assemblea, negli orari di apertura della sede, su apposita scheda predisposta dalla Segreteria da deporre in un’urna custodita dai consiglieri responsabili dell’apertura sede.

In avvio dei lavori, il Presidente dichiara chiuse le votazioni e nomina almeno due scrutatori tra i soci presenti non aventi cariche sociali; a conclusione dell’Assemblea comunica i risultati dello spoglio ed invita i componenti del Consiglio Direttivo in carica e quelli del Consiglio neo eletto a fissare una data per una riunione congiunta nella quale avverrà il passaggio delle consegne e la definizione delle nuove cariche sociali.

Articolo 8

Il Consiglio Direttivo dura in carica un biennio ed è composto da dieci consiglieri eleggibili per non più di due volte consecutive; resta inteso che, trascorso un biennio di decadenza dalla carica, il socio torna ad essere eleggibile.

Il Consiglio Direttivo, all’atto del suo insediamento, nominerà il Reggente, il Segretario ed il Cassiere, che formeranno il Consiglio di Reggenza per eventuali decisioni urgenti, nonché il Vice-Reggente che sostituisce il Reggente ogniqualvolta lo stesso sia impossibilitato a presiedere le riunioni del Consiglio, a partecipare a riunioni esterne o al Consiglio di Reggenza.

In caso di rifiuto o dimissioni di un Consigliere, lo stesso verrà surrogato dal primo dei candidati non eletti che assume l’anzianità di carica del sostituito.

Dovrà essere data comunicazione della composizione del rinnovato Consiglio Direttivo della Sottosezione alla Sezione entro venti giorni dalle elezioni stesse.

Articolo 9

Il Consiglio Direttivo viene convocato almeno una volta al mese e per la sua validità devono essere presenti almeno la metà dei consiglieri; il verbale delle riunioni è redatto dal Segretario, che lo sottoscrive unitamente al Reggente, su apposito registro, sia cartaceo che informatico, che potrà essere consultato in sede dai soci che ne facciano espressa richiesta al Consiglio.

Articolo 10

Il Consiglio Direttivo provvede all’amministrazione ordinaria e straordinaria della Sottosezione, redige ed invia alla Sezione il bilancio preventivo e consuntivo nonché il rendiconto della gestione, cura l’esecuzione delle delibere assembleari, attende all’osservanza dello Statuto e del Regolamento Generale del CAI, nonché dello statuto sezionale e del regolamento sottosezionale; delibera in merito agli atti ed ai lavori consentiti dal bilancio nell’ambito della Sottosezione; svolge e coordina ogni attività della Sottosezione, avendo facoltà di costituire specifiche commissioni, nominandone i componenti sia fra i consiglieri che fra i soci e, se necessario, un coordinatore. Può inoltre decidere, in qualsiasi momento del suo mandato, di conferire incarichi permanenti o temporanei a consiglieri e/o soci affinché si occupino di attività ritenute necessarie per il buon funzionamento della Sottosezione (biblioteca, comunicazione, notiziario, organizzazione eventi, ecc.).

In particolare il Consiglio Direttivo nomina il Bibliotecario che dovrà gestire, coordinare ed aggiornare la biblioteca sottosezionale, salvo richiedere il nulla osta al Consiglio stesso per acquisti ed ordini di libri, riviste o cartine, ed il Coordinatore della Commissione gite e attività, che convoca tale Commissione per la redazione del programma e nomina gli organizzatori di ciascuna attività.

I soci inseriti nelle commissioni o ai quali sia stato conferito un incarico, come previsto ai paragrafi precedenti, possono essere invitati alle sedute del Consiglio per relazionare in merito alla propria attività.

Articolo 11

Il Reggente, eletto dal Consiglio Direttivo, rappresenta la Sottosezione, ne firma gli atti e conformemente allo Statuto del CAI ULE di Genova è di diritto Consigliere della Sezione, firma congiuntamente al Cassiere i mandati di pagamento e di incasso, provvede all’esecuzione delle delibere assembleari, convoca e presiede il Consiglio Direttivo; nelle votazioni del medesimo, a parità di voti, quello del Reggente ha doppia valenza.

Articolo 12

Il Reggente può, anche su proposta di singoli consiglieri, invitare alle riunioni del Consiglio soci che, pur non avendo incarichi, siano latori di idee e proposte da sottoporre al Consiglio stesso o non soci che a diverso titolo, in qualità di esperti o responsabili di altre associazioni, possano proficuamente intervenire su argomenti di interesse della Sottosezione.

Articolo 13

I Revisori dei Conti sono eletti in numero di due dall’Assemblea Generale dei Soci nell’ambito delle elezioni del Consiglio Direttivo, durano in carica un biennio e sono rieleggibili. I Revisori dei Conti sono incaricati di esaminare e sottoscrivere il bilancio consuntivo posto a loro disposizione dal Consiglio Direttivo almeno trenta giorni prima della data fissata per la convocazione annuale dell’Assemblea dei Soci alla quale devono riferire in merito. Hanno comunque, in qualsiasi periodo della gestione annuale, facoltà di esaminare la contabilità della Sottosezione e riferire al Consiglio Direttivo o, in caso di urgenza, al Reggente.

L’anno sociale decorre dal 1° Gennaio al 31 Dicembre.

TITOLO IV

*

DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE

Articolo 14

Per quanto non previsto nel presente Regolamento si applicano lo Statuto della Sezione del CAI ULE di Genova conformemente al quale è stato redatto e che si allega in calce, quindi lo Statuto e il Regolamento Generale del C.A.I.

Il presente Regolamento entrerà in vigore dopo la sua approvazione da parte del Consiglio Direttivo della Sezione del CAI ULE di Genova.

Testo approvato dal Consiglio Direttivo ULE nella riunione del 17 settembre 2019

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Regolamento Attività sociali

Art. 1 – PREMESSA

L’art. 3 del Regolamento sottosezionale prevede la promozione degli scopi istituzionali del CAI attraverso l’organizzazione, anche in collaborazione con altre Sezioni, Sottosezioni o Associazioni, di gite alpinistiche, escursionistiche, scialpinistiche, speleologiche, cicloescursionistiche, turistiche, ecologiche, naturalistiche, scientifiche, artistiche e culturali, nonché manifestazioni, attività ed iniziative di vario genere che abbiano attinenza con la montagna e l’ambiente naturale.

Di tutte le attività di cui al paragrafo precedente viene data informazione attraverso un programma inviato ai soci per via telematica, pubblicato sul sito web della Sottosezione e disponibile in sede per la consultazione.

Attività non inserite nel programma possono essere organizzate e comunicate ai soci previa deliberazione del Consiglio o autorizzazione del Reggente.

Per ogni attività sono previsti uno o più organizzatori.

Art. 2 – L’ORGANIZZATORE

Il ruolo di organizzatore viene affidato, per ciascuna delle attività in programma, dal Coordinatore della Commissione gite e attività a qualsiasi socia o socio purché maggiorenni e ritenuti idonei.

La socia o il socio che assumono il ruolo di organizzatore, indipendentemente dal fatto che possano aver partecipato o meno ad un corso CAI conseguendo un titolo, svolgono tale incarico in regime di puro volontariato ed hanno l’incombenza di informarsi ed informare i partecipanti circa le caratteristiche e difficoltà dell’attività proposta, l’attrezzatura necessaria, i particolari logistici ed i tempi previsti.

L’organizzatore ha facoltà di stabilire un numero massimo di partecipanti, di decidere modifiche di itinerario, anche in corso di svolgimento dell’attività, qualora esse siano giustificate da motivi di sicurezza e di non ammettere il partecipante che non abbia sufficiente esperienza e capacità tecnica, che non sia fornito di idonea attrezzatura o che manifesti evidenti segni di inidoneità fisica.

Qualora le previsioni meteo o le mutate condizioni dell’itinerario previsto ne sconsigliassero la percorrenza, l’organizzatore ha facoltà di annullare l’attività, ovvero proporre una meta alternativa informandone tempestivamente il Reggente mediante documento avente data certa (e-mail, sms, fax, chat).

Art. 3 – I PARTECIPANTI

Chi intende partecipare ad un’attività sociale deve preventivamente informarsi sulle difficoltà previste, impegnarsi a rispettare il presente regolamento, essere socio CAI o, in via transitoria, aver stipulato un’assicurazione ad hoc; deve inoltre prendere accordi con l’organizzatore e gli altri partecipanti (di norma il venerdì sera in sede, quando non sia richiesta un’iscrizione anticipata per prenotazione pullman, rifugio o altro) sulle modalità di raggiungimento del luogo in cui si svolge l’attività.

Qualora non vi sia un pregresso rapporto di conoscenza approfondita fra organizzatore e partecipante, quest’ultimo è tenuto a fornire rassicurazioni sulle sue esperienze precedenti e sulla propria idoneità fisica all’attività cui intende partecipare.

Art. 4 – RESPONSABILITÀ

Come sopra enunciato, l’organizzatore è innanzitutto colui che propone un’attività descrivendone le caratteristiche, le difficoltà e gli aspetti logistici; i partecipanti ne seguono le indicazioni, non si allontanano dal gruppo, si dotano di adeguata attrezzatura e partecipano, assumendosene la responsabilità, esclusivamente ad attività per le quali siano in possesso dei necessari requisiti di idoneità fisica e capacità tecnica.

Organizzatori e partecipanti devono essere sempre consapevoli del fatto che, nonostante nelle attività sociali si adottino sempre tutte le necessarie misure precauzionali perché si operi con ragionevole sicurezza, i rischi non sono mai del tutto azzerabili.

Tanto l’organizzatore quanto i partecipanti si sforzano di condurre l’attività in un clima di solidarietà ed aiuto reciproco, mettendo ciascuno a disposizione degli altri la propria esperienza ed il proprio supporto, soprattutto quando vi siano partecipanti di nuova associazione e con limitata esperienza, mantenendo sempre il gruppo unito.

Art. 5 – SPOSTAMENTI E SPESE

Qualora il luogo in cui si svolge l’attività sia raggiunto con mezzi propri, organizzatori e partecipanti possono preventivamente accordarsi circa la formazione degli equipaggi di ciascuna auto e la suddivisione delle spese, tuttavia tale fase assume la fattispecie di un accordo tra privati che non coinvolge la Sottosezione e gli organizzatori stessi, in quanto l’attività s’intende iniziata nel momento in cui si lasciano le vetture e terminata nel momento in cui si riprendono.

Nel caso in cui vengano utilizzati mezzi pubblici di trasporto, ciascun partecipante provvede autonomamente a dotarsi dei necessari titoli di viaggio e, per quanto concerne inizio e fine attività, valgono le considerazioni di cui al paragrafo precedente.

Qualora siano previsti costi di partecipazione (noleggio pullman, contributi a guide locali, pernottamenti e/o pasti in rifugio o diversa struttura ricettiva), i partecipanti sono tenuti a versare all’organizzatore caparra e saldo nei modi e tempi comunicati dall’organizzatore stesso.

Art. 6 – MINORI

I minori possono partecipare alle gite solo se accompagnati da chi ne ha la responsabilità genitoriale, ovvero da persona responsabile da questi autorizzata.

Testo approvato dal Consiglio Direttivo ULE nella riunione del 17 settembre 2019

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RICORDO DI MARIO BOCCARDO – di Claudio D’Angelo

“SCÙZA SE M’ARREMBO”

E’ certamente impossibile sintetizzare la personalità di un uomo ed un’amicizia lunga quasi quarant’anni in tre o quattro parole, se pur pronunciate in genovese (sperando, poi, che la grafia soprariportata non si discosti troppo dalla forma esatta), ma se, ugualmente, si volesse tentare questo cimento, penso proprio che, nel caso di Mario, questa frase si avvicinerebbe all’obiettivo.

Nel ripeterla, penso si possa subito avvertire la natura di Mario, uomo profondamente ligure, abituato al dialetto, unitamente al suo animo gentile, buono, generoso, disponibile verso il prossimo.  E sono queste le caratteristiche che oggi vorrei sottolineare, tralasciando in questo contesto la forza fisica, la determinazione, la Fede in Dio, il volontariato, eccetera.

Il “teatro” dove scaturiscono queste parole è costituito dall’Aiguilles de Chamonix e, più precisamente, dalla Traversata del Grépon, dove abbiamo seguito, dopo circa cent’anni, le orme di Mummery, in una scalata che, alla fine del XIX secolo, era considerata, come ben sanno gli appassionati della Storia dell’Alpinismo, forse la più difficile delle Alpi.

Nel 1984, ovviamente, non è più per nulla così e, semplicemente, il bivacco imprevisto, sulla via del ritorno, si è reso necessario, oltre che per le modeste capacità tecniche, per una certa sottovalutazione della lunghezza del percorso d’accesso, per le numerosissime cordate impegnate sulla via e per il comportamento da buoni samaritani nell’assistenza ad una cordata in difficoltà.

Ma veniamo, dunque, alla frase che, da quando Mario si è spento, risuona nelle mie orecchie come in quel lontano giorno d’agosto.

Costretti dall’oscurità via via crescente approntiamo il bivacco, stendendoci lui ed io su una lastra di granito, di dimensioni appena sufficienti al bisogno, con un vuoto attorno che i contemporanei di Mummery avrebbero definito senza dubbio “greponico”. Sarebbe piuttosto ridicolo, invece, alla luce delle prestazioni odierne.

Roberto e Maurizio si sistemano su un altro terrazzino, leggermente più in alto; Sandro, più veloce, è riuscito a scendere vicino al ghiacciaio, trovando una sistemazione più idonea.

Io approfitto del mio ruolo di capo e scelgo per primo il posto; mi stendo vicino alla parete, maggiormente riparata, con la schiena rivolta verso il vuoto; Mario è dietro di me e quindi sul lato esterno del piccolo scalino. Ha la faccia contro la mia schiena ed incomincia ad avere freddo, forse più freddo di me. Cerco di coprire i nostri corpi con una misera mantella, che ondeggia nel gelido vento della notte. Lui non si lamenta, ma cerca un po’ di caldo ed assume una posizione a me più ravvicinata; è a questo punto che esclama le parole con cui ho iniziato il suo ricordo. Non mi chiede di cambiare posto, come sarebbe logico e giusto e come poi faremo qualche ora dopo; si giustifica, con mitezza, ritenendo di avermi arrecato fastidio, pur avendo assunto un atteggiamento che, invece, tutti gli alpinisti che hanno bivaccato al freddo hanno messo in atto.

La mia risposta, colorita come certamente ciascuno può immaginare, fa scoppiare da parte di entrambi una bella risata, che ci predispone meglio alla sopportazione del disagio; di lì a qualche ora, ripresa la discesa, completeremo il lungo percorso di rientro, facendo ritorno alle nostre famiglie con un sensibile ritardo, che non potrà non impensierire le nostre mogli.

Claudio D’Angelo

Ci piace ricordare Mario con un link alla bellissima presentazione fotografica realizzata dall’amico Raimondo Caddeo

https://www.facebook.com/renzo.bonissone/videos/2683093045097752/

 

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BIVACCHI BELLANI E ZUCCHELLI – BRUZZONE: STORIA DI UN’IMPRESA

Giugno 2013: gita sociale al Mont Velan: saliamo sotto una tormenta di grandine e neve alla Cabane du Velan, arriviamo completamente bagnati e gelati, il gestore teutonico cerca di impedirci l’uso della legna per accendere una malandata stufa; con qualche sotterfugio riusciamo a scaldarci e dopo esserci ripresi cominciamo anche a parlare tra di noi.

Accanto a me c’è una giovane ragazza, nipote di Niclo Bruzzone.

“Conoscevi mio zio?”

“Certamente, era un socio del Gruppo Escursionistico Pegliese soprannominato dagli amici Kilimangiaro perché veramente forte e vigoroso e famoso per le sue lunghe camminate”.

“Sai che una volta, in occasione di una delle sue gite di allenamento da Pegli al Monte Tobbio si è rivolto ad un amico, che si era fermato per mangiare un panino, dicendogli con piglio deciso: “Avanti! Non siamo mica venuti qui per mangiare!”

“Si, era un po’ burbero, ma generoso; sai che con gli amici del GEP nel corso degli anni passati aveva ristrutturato e mantenuto i due bivacchi posti sul monte Penello?” “Che peccato! Oggi lui ci ha lasciati, è lassù tra le montagne, ma forse un cruccio lo tormenta: vedere dall’alto lo stato così malandato dei due bivacchi”.

Fu così che nacque l’idea di porre mano alla ristrutturazione dei due bivacchi. Sono passati cinque anni e ora siamo in procinto di inaugurare la avvenuta ristrutturazione del secondo bivacco intitolandolo, oltre che allo storico nome di Zucchelli, socio del GEP e già titolare del nome, anche a Niclo Bruzzone.

Ora dalla cima della “Scaggia”, sul monte Penello, fanno buona guardia due bei bivacchi pronti ad accogliere in maniera del tutto gratuita tutti gli escursionisti, riunendo simbolicamente gli amici di Sestri nel ricordo di Arnaldo Bellani e di Pegli in quello di Zucchelli e Bruzzone.

E’ stata per la nostra sottosezione un’impresa emozionante e coinvolgente, testimonianza di uno spirito di amicizia, collaborazione, generosità che ha coinvolto molti soci ed ha trovato per strada anche nuovi e vecchi amici.

Speriamo che anche le nuove generazioni possano continuare a mantenere vivi questi valori che sono caratteristici della nostra associazione, consolidati dalla frequentazione dei nostri amati monti.

 

   Carlo Venzano

 

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Alpinismo

PIERO MILANO FRANCO D’ARAGONA

PIERO MILANO FRANCO D’ARAGONA

Di Claudio D'Angelo

Sulla roccia non si poteva dire elegante, ma efficace sì; sul ghiaccio poi dava il meglio di sé, evidenziando una familiarità con questo ambiente che, da principio, mi aveva non poco impressionato. Ed anche sul ripido manteneva questa naturalezza.  Non va sottaciuto, inoltre, che tra noi intercorrevano 25 anni esatti e che pertanto, quando io ebbi modo di vederlo all’opera, Lui non era più giovanissimo. La sua vita alpinistica è stata lunghissima e di conseguenza anche Il suo curriculum è stato ragguardevole, improntato prevalentemente alle salite di neve e di misto. 

Sono queste le prime considerazioni, legate al ricordo di Piero, che mi vengono in mente; sì, perché l’aspetto in Lui certamente più importante e significativo, contrassegnato da gentilezza, cordialità, signorilità, ironia, rispetto per tutti, è così consolidato nella mia testa, da risultare persino superfluo da sottolineare.

Ho sempre resistito alla tentazione di scrivere qualcosa sugli amici di montagna andati avanti, rinunciando anche quando ne ho perso due, carissimi, allo Zinalrothorn. Cedo adesso alla richiesta di Renato, forse perché le forze stanno via via scemando, venendo meno, contemporaneamente alla capacità di opposizione, anche la sensazione di apparire retorico.

Forse non ho conosciuto Piero direttamente sui monti, ma in qualche riunione al C.A.I.; l’incertezza direi che sia comunque giustificabile, per il fatto che da allora sono certamente trascorsi più di quarant’anni.  Tra il ’75 ed il ’76, infatti, Lui era o stava per entrare nel Consiglio della Sezione di Genova, di cui poi sarebbe diventato poi Presidente, io ero vice-reggente a Sestri, in procinto di assumere maggiori responsabilità. Nacque tra alcuni di noi in sede, timidamente, l’idea di programmare gite sociali, con mete alpinistiche, a conduzione congiunta, tra elementi della sezione e della sottosezione. Particolarmente coinvolti furono Grosso, Moretti, Marcheselli, Di Giacomo, Leoncino ed altri.  Piero ne fu entusiasta ed assiduo organizzatore in prima persona per diversi anni.  Due foto, che vorrei fossero allegate a queste righe, illustrano appunto alcuni di questi momenti. Confortato dall’andamento di quest’attività, iniziò poi a stimolarmi per intraprendere insieme qualcosa di più organico, mettendo a frutto l’esperienza che stavo facendo con la Sezione Ligure. Non fu l’unico, ma senza dubbio uno dei più incisivi, anche perché adeguato, in virtù della sua professione, a rassicurami sugli aspetti legali che un’impresa così complessa sembrava comportare, anche agli occhi di un giovanotto quale in sostanza io ero.  Considerando la complessità dell’argomento, con tutte le responsabilità che spesso emergono anche oggi sulla nostra stampa sociale, mi viene da pensare che forse non fu, in quel caso, troppo scrupoloso dal punto di vista professionale, mirando soprattutto all’obiettivo.  Comunque da questa nostra collaborazione nacque l’attuale Scuola d’Alpinismo; le altre foto allegate si riferiscono a questa fortunata iniziativa.

Tutto sommato si comportò similmente anche quella volta al Rifugio Crète Sèche. Eravamo saliti per pernottare con la Scuola ed alla sera la sete era notevole. Io non ero più Direttore ma, in quell’occasione, sostituivo l’assente. Il prezzo del vino in bella mostra appariva esorbitante. Cercavo, nondimeno, di convincere Piero ad offrirne una bottiglia, che d’altra parte, visto il nostro gruppo numeroso, sarebbe risultata largamente insufficiente. Di qui l’idea. “Tu, Piero, potresti comprarne una…..io ne prenderei un’altra con la cassa della Scuola, sempre che tu mi dica che io ne abbia la facoltà”. “Assolutamente sì” fu la sua risposta. Ma il conflitto d’interessi, in allora, non era all’ordine del giorno come ai tempi attuali.

 

Riportiamo una breve galleria di foto “storiche”. La qualità non eccellente è dovuta alla riproduzione di vecchie foto cartacee.

 

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Eventi Varie

IL BIVACCO ARNALDO BELLANI (di Angelo Farinola)

 

 

 

 

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La Sottosezione CAI ULE di Sestri Ponente, in occasione del Novantesimo dalla sua fondazione, ha programmato varie iniziative per ricordare questo importante evento. L’iniziativa più importante ed onerosa è stata sicuramente la ristrutturazione del Bivacco del Monte Penello, sull’Appennino Ligure, vicino Genova.

La decisione è stata presa in seguito alla constatazione che la costruzione esistente era notevolmente danneggiata, a causa dell’età, delle condizioni locali e soprattutto degli effetti dell’umidità che stava rendendo precarie le strutture. Si rendeva quindi necessario un urgente intervento di restauro in mancanza del quale le strutture sarebbero, nel tempo, probabilmente collassate.

Il Bivacco era stato ricavato dalla precedente ristrutturazione di un ex deposito di munizioni risalente alla seconda Guerra Mondiale. Una seconda costruzione esistente nelle immediate vicinanze, è stata a suo tempo ristrutturata dal GEP di Pegli e denominata “Bivacco Zucchelli”.

Il Bivacco di Monte Penello ha molteplici valenze in quanto, oltre ad essere sulle Nostre Montagne, è situato nelle immediate vicinanze del Sentiero E1, dell’Alta Via dei Monti Liguri, dei Sentieri CAI  “Frassati” e “Carlo Poggio”, e può costituire un punto di appoggio anche per le escursioni su Punta Martin e le arrampicate in Baiarda, culle, queste ultime, dell’escursionismo e dell’alpinismo nel Ponente Genovese .

La posizione sullo spartiacque, lungo il percorso dell’Alta Via dei Monti Liguri (nella tappa Passo del Turchino – Colla di Praglia), l’incomparabile vista panoramica, ne fanno una delle mete più amate dagli escursionisti genovesi che, in tutte le stagioni, vi potranno trovare riparo in caso di maltempo.

Il bivacco, posto a 995 m. slm. all’interno del Parco Urbano di Monte Penello e Punta Martin, é raggiungibile mediante vari percorsi escursionistici: a Nord da San Pietro di Masone e dalla Colla di Praglia, a Est da San Carlo di Cese,  a Sud da Pegli, Pra e Acquasanta, a Ovest dal Passo del Turchino.

I lavori di ristrutturazione sono stati resi possibili grazie all’impegno di un gruppo di Soci e al contributo finanziario ricevuto dall’AVML, che ha permesso di coprire parte delle spese sostenute per l’acquisto dei materiali necessari. Il contributo dei Soci è stato notevole ed ha comportato oltre cinquanta interventi in sito, a volte con tempo non proprio ottimale, durante i quali i Soci, in base alla propria capacità ed esperienza, hanno sempre dato il massimo contributo, consapevoli di contribuire alla realizzazione di un’opera utile. I Soci hanno anche messo a disposizione i loro mezzi fuori strada e a volte le loro attrezzature personali.

I materiali e l’acqua sono stati trasportati in loco con camioncini o mezzi fuori strada, mentre la maggior parte dei Soci procedeva a piedi da Colla di Praglia, impiegando circa un’ora di cammino, a passo sostenuto, per raggiungere il “posto di lavoro”.

I lavori sono iniziati il 17/03/2015 e si sono conclusi il giorno 08/10/2015. Prima di iniziare la ristrutturazione, si è resa necessaria la sistemazione della strada sterrata che collega la Colla di Praglia con il Monte Penello, per renderla percorribile dai mezzi fuoristrada.

La costruzione esistente è costituita principalmente da muri in pietra, rinforzati con cordoli strutturali in cemento armato, il tutto intonacato sia all’esterno che all’interno. Il tetto, di tipo piano in cemento armato, è isolato dall’esterno con guaina nera catramata.

La ristrutturazione ha riguardato tutte le parti del manufatto esistente, senza modificare le caratteristiche della struttura, la superficie, la cubatura e le caratteristiche generali. Si è proceduto alla demolizione di tutte le parti ammalorate o in fase di distacco; si è effettuato un risanamento della struttura adottando opportuni rimedi contro l’umidità. I ferri di armatura scoperti, sono stati trattati e successivamente rivestiti con malta anti ritiro. Tutte le pareti interne ed il soffitto sono stati isolati con pannelli di polistirene e successivamente rivestiti con perline in legno. La parte esterna dei muri è stata rivestita con pietre di Luserna. Il tetto è stato ricoperto con pannelli isolanti e successiva guaina catramata fissata a caldo per poi essere rifinito con guaina liquida di colore rosso. Sono state inoltre installate le scossaline inox e grondaie in rame. Porta e finestra sono state sostituite.

L’interno è stato dotato di nuovi arredi: panche, tavolo, suppellettili varie, una nuova stufa e un nuovo sistema evacuazione fumi.

L’esterno è stato dotato di nuove piazzuole con panchine, una aiola su cui è stato piantato un albero, un’ asta portabandiera e si è provveduto al restauro della esistente postazione barbecue.

Per i lavori urgenti si è proceduto anche in condizioni di brutto tempo, ma non è mai mancato l’entusiasmo e lo spirito associativo.

Il 18 Ottobre 2015, finalmente è arrivato il giorno dell’inaugurazione.

Avevamo in precedenza inviato l’invito di partecipazione a tutte le Sezioni CAI della Liguria e del Basso Piemonte, non tralasciando tutte le Associazioni Escursionistiche della Provincia di Genova. L’invito è stato esteso agli Enti e alle Persone interessati all’avvenimento (Regione Liguria, Comune di Genova) e delle zone limitrofe (AVML, Parchi, etc).

Il programma della giornata prevedeva una gita da San Carlo di Cese, passando per Punta del Corno e arrivando alle 10:30 sul Monte Penello, lasciando comunque liberi i partecipanti di utilizzare uno degli altri percorsi possibili. In realtà, viste le cattive condizioni meteo, la maggior parte è arrivata partendo da Colla di Praglia.

I partecipanti sono stati accolti dai Soci della Sottosezione ed ai presenti sono stati offerti focaccia, vino bianco, uva e the caldo; è stata anche distribuita una copia nel Numero Unico 2015 della Sottosezione CAI ULE di Sestri Ponente.

A mezzogiorno circa, è iniziata l’inaugurazione del Bivacco ristrutturato, durante la quale ci sono stati il saluto del CAI ULE ai partecipanti, l’illustrazione degli eventi del 90° della Sottosezione CAI ULE di Sestri Ponente, gli interventi delle Autorità presenti, la consegna delle pergamene ai Soci che più si sono impegnati durante la realizzazione, lo scoprimento delle targhe di cui una principale in pietra e ceramica e una in acciao inox a ricordo del 90° della Sottosezione.

Il Bivacco è stato intitolato al nostro Socio ed ex Reggente recentemente scomparso, Arnaldo Bellani, affiancando il Bivacco “Zucchelli” che manterrà l’attuale denominazione. All’interno del bivacco è stato appeso un quadretto che riporta un breve profilo di Arnaldo Bellani e descrive cosa ha rappresentato per la Sottosezione CAI ULE di Sestri Ponente.

La cerimonia si è conclusa con la celebrazione della Santa Messa concelebrata da don Matteo e padre Zaccaria.

Il programma della manifestazione prevedeva, per chi avesse voluto, la discesa all’Acquasanta tramite il bel sentiero “Carlo Poggio”, nostro ex Reggente prematuramente scomparso; le condizioni meteo hanno invece suggerito di tornare alle nostre auto mediante la strada più rapida e sicura; infatti poco prima delle 16:00 è arrivata la pioggia prevista.

Malgrado le cattive condizioni meteorologiche, possiamo essere contenti della riuscita della manifestazione, della partecipazione di circa 150 – 200 escursionisti e appassionati della montagna e delle Autorità. A tutti i partecipanti cui va il nostro grazie.

L’impresa (per noi è definibile tale) è stata resa possibile grazie alla disponibilità, all’entusiasmo e allo spirito di sacrificio di un Gruppo di Soci del CAI ULE di Sestri Ponente e di un Socio di Sampierdarena, che hanno impiegato molto del loro tempo libero per lavorare sul Monte Penello; a loro va tutta la nostra gratitudine e un grandissimo ringraziamento.

Un ringraziamento alle Istituzioni che, tramite l’Alta Via dei Monti Liguri, hanno fornito un contributo importante per l’acquisto dei materiali necessari. Il bivacco resterà sempre aperto e quindi fruibile da parte degli escursionisti che in zona ne avranno bisogno.

Anche se i “riflettori delle manifestazioni” sono ormai spenti, sulla scena prosegue il lavoro di alcuni Soci per realizzare alcune migliorie al Bivacco e renderlo ancora più accogliente. Contemporaneamente, con i materiali avanzati e con tanta buona volontà, si cercherà nei limiti del possibile di operare un restauro, anche se in scala minore, dell’adiacente Bivacco Zucchelli, usato in questi mesi come magazzino attrezzi e materiali.

La Commissione Sentieri della Sottosezione CAI ULE di Sestri Ponente si occuperà in futuro della manutenzione del Sentiero Carlo Poggio e del Bivacco “Arnaldo Bellani”. La nostra soddisfazione per il lavoro effettuato è nella consapevolezza di aver fatto un lavoro utile, aumentata dalle tante manifestazioni di stima che ci giungono dai molti che hanno visto ed utilizzato il Bivacco ristrutturato.

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Eventi

5 maggio 2013: INAUGURAZIONE SENTIERO CARLO POGGIO

Il tappo salta e finisce a terra nell’erba bagnata, gli spruzzi di  spumante si mescolano alla pioggia che cade, gocce dorate che incontrano gocce bianche, quasi si fossero date un appuntamento a mezz’aria. E’ il 5 maggio 2013 e siamo alla colla Baiarda, dove un nutrito gruppo di persone munite di mantelle e ombrelli sfida la pioggia per inaugurare il sentiero ripristinato dedicato a Carlo Poggio.

Tutto era iniziato nell’autunno 2012 quando, in previsione delle celebrazioni per il 150° di fondazione del CAI dell’anno seguente, un gruppo di soci della sottosezione CAI-ULE di Sestri Ponente decise di riattare un vecchio sentiero abbandonato che, staccandosi dal sentiero Frassati poco a monte della Colla di Pra, passa nei pressi del masso del Ferrante e raggiunge la Colla Baiarda, dedicandolo alla memoria di Carlo Poggio, ex reggente della sottosezione scomparso nel 2010.

L’iniziativa ha richiesto numerosi interventi e un duro lavoro da parte di molti volontari in un ambiente naturale di particolare bellezza, caratterizzato però da una natura piuttosto aspra e da un terreno pietroso che ha richiesto interventi onerosi di pulizia, taglio di rami, spostamento di pietre, realizzazione di scalini al fine di superare i tratti più impervi. Si è provveduto a ripristinare i passaggi più agevoli, oltre a posizionare cartelli e segnalare il sentiero con la sigla SCP.

Dopo mesi di ripetuti interventi, il lavoro e la tenacia dei volontari sono stati coronati da successo e si arriva dunque al 5 maggio 2013, data stabilita per l’inaugurazione, quando un nutrito numero di soci, partendo dai pressi della località Giutte,  sale a Punta Martin dove avviene il previsto incontro con la sezione CAI di Bolzaneto. Fin qui il cielo si era mantenuto abbastanza sereno, ma appena iniziata la discesa, il tempo buono del mattino cede il passo a scuri e minacciosi nuvoloni che si trasformano presto in pioggia battente.

A questo punto iniziano ad uscire dagli zaini equipaggiamenti pressoché polari: giacche a vento, maglioni, berretti, ma soprattutto mantelle da pioggia e ombrelli; dopo di che la comitiva prosegue in discesa fino alla colla Baiarda dove incontra il gruppo sezionale dell’alpinismo giovanile, salito dalla Colla di Pra e, sotto la pioggia che non accenna a risparmiarci, nessuno intende rinunciare alla cerimonia d’inaugurazione lì prevista: la moglie di Carlo, Giuseppina, taglia il nastro che viene teso sul punto ideale di inizio del sentiero e salta il tappo dello spumante!

Come previsto dal programma della giornata, con la pioggia finalmente un po’ attenuata, scendiamo a valle dove i festeggiamenti proseguono nel pomeriggio presso il magnifico salone delle Terme di Acquasanta con un simpatico rinfresco, con gli interventi del Presidente del Municipio Medio Ponente, Spatola, del Presidente della sezione CAI-ULE di Genova Omero Ceccardi e del nostro reggente, Carlo Venzano. Ma la cosa più attesa e gradita è la bellissima esibizione del Coro Monti Liguri, molto apprezzato ed applaudito da tutti i presenti, molti dei quali a fine esibizione si uniscono al coro sestrese  nell’esecuzione di alcuni fuori programma (i maligni direbbero rovinandoli).

 

Giacomo Canepa

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Fotografia

CORSI DI FOTOGRAFIA AL CAI SESTRI

Andrea Riva, fotografo appassionatissimo, è attivo da diversi anni in Italia e all’estero nell’ambito di matrimoni ed eventi.

Con decine di assignment alle spalle, ha esperienze di alto livello anche nell’ambito della fotografia sportiva (fotografo ufficiale della Final Six della World League 2014 di Volley maschile) e nella fotografia di moda (fotografo per l’agenzia Studio 2 Fashion Events nell’ambito delle sfilate di moda SI Sposa Italia Collezioni 2014).

 

Per vedere le sue foto: http://goo.gl/eoKCeT

 

A partire dal 2015, Andrea Riva tiene corsi di fotografia presso la nostra sottosezione con prezzi molto convenienti per i soci CAI. Il corso base, utile a chiunque non abbia nozioni tecniche di fotografia e a chi, pur avendone, voglia migliorare le sue impostazioni di base, viene tenuto di norma il mercoledì sera alle 21.00 per un ciclo di 10 lezioni e 2 uscite sul campo, ma a seconda delle richieste possono essere concordati altri orari e giorni.

Chi fosse interessato può rivolgersi direttamente a: andreariva.foto@gmail.com

 ECCO IL PROGRAMMA DEL CORSO 2016

Corso di fotografia2016_v13_dettagliato

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Eventi Fotografia

MOSTRA FOTOGRAFICA DEL 90°

La realizzazione di una mostra fotografica è stata concepita fin dall’inizio come un’iniziativa da realizzare a fine 2015 per documentare le attività svolte nell’anno del 90°. Abbiamo pertanto evitato di inserire immagini storiche per dare spazio a tutte le iniziative realizzate nel corso dell’anno: la ristrutturazione del bivacco, le 90 cime, il concorso fotografico, la messa per i caduti in montagna e le numerose attività (alpinismo, scuola di alpinismo, scialpinismo, escursionismo, alpinismo giovanile, speleologia).

La mostra, esposta nella sala del Municipio in via Sestri dal 7 al 13 novembre 2015, ha avuto un buon successo di visitatori, tra i quali il signor Bruno Cherin, che ha realizzato un video reperibile su Youtube (https://www.youtube.com/watch?v=wLNX3g7jQDk), e il signor Marco Pezzana, Presidente del Comitato per la difesa di Pegli e del suo territorio, con il quale abbiamo avviato una proficua collaborazione che ha portato a ripresentare la mostra nella sala del Circolo Culturale Pegliese il 30 e 31 gennaio, con proiezione di presentazioni fotografiche e un recital di due giovani attrici del teatro Cargo di Voltri sui versi di Dante tratti dall’articolo “Dante alpinista” di Carlo Venzano, pubblicato sul numero unico del 90°.

La manifestazione si è conclusa con l’auspicio di proseguire la collaborazione con future iniziative, sottolineando l’aspetto positivo del “fare rete” tra associazioni sul territorio.

DI SEGUITO LE FOTO DELLA MOSTRA DIVISE PER TEMI

Messa per i caduti in montagna al monte Gazzo  

Alpinismo giovanile  

Concorso fotografico  

Alpinismo  

Scuola di alpinismo  

Escursionismo  

Sci Alpinismo  

90 cime  

Bivacco Bellani  

Momenti insieme  

Speleo